La Fortezza di Milano: un’opera unica al Mondo

Novembre 17, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

Repetita iuvant: l’asso di picche della fortificazione “all’italiana”

Saltando a piè pari la storia dell’area di Piazza Castello e lo sviluppo architettonico delle opere difensive, si può ricordare che nel XIV sec. i Visconti costruiscono il Castrum Portae Jovis, ovvero il Castello di Porta Giovia. Alla metà del secolo successivo Francesco Sforza lo rinforza facendone ricostruire alcune parti.

La nuova fortificazione europea nasce a Milano

Ed è proprio durante la signoria sforzesca che il fiorentino Antonio Averlino detto “il Filarete” (1400 c.a –1469 c.a) inventa un nuovo tipo di fortificazione che va a dettare le regole costruttive e difensive in tutta Europa. Ma chi è costui? Quello che maggiormente interessa ricordare è che tra il 1458 e il 1464 il Filarete compone il Trattato di Architettura, in venticinque libri, dedicandolo a Francesco Sforza; in un secondo momento ne dedica copia anche a Pietro de’ Medici. Immagina che un architetto, nel quale egli stesso s’identifica, illustri ad un signore, rappresentato dallo Sforza, come si proceda nell’edificazione di una città perfetta, difesa da mura e chiamata Sforzinda.

La Sforzinda era la “Città Perfetta”.

Fortificazione “all’italiana” detta anche “alla moderna”

Da questo momento in poi e per tutto il XVI secolo la nuova e rivoluzionaria ingegneria militare europea è sviluppata da personaggi famosi come Francesco di Giorgio Martini, Giuliano da Sangallo, Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Michelangelo Buonarroti, Antonio da Sangallo il Giovane, Giulio Savorgnano, Nicolò Tartaglia, ecc. Francesco de’ Marchi, che non è “profeta in patria propria”, nel corposo trattato edito nel 1599 descrive un gran numero di sistemi per fortificare pianure, porti, colline e inoltre i “pontoni”.

Per questo motivo la fortificazione “all’italiana” è detta anche “alla moderna”, ovvero come all’epoca era chiamata da architetti e ingegneri d’Europa.

Tra i tanti talenti italiani vi è un solo straniero: Albrecht Dürer (Norimberga 1471 – Norimberga 1528) seppure, secondo alcuni studiosi, le basi delle sue teorizzazioni architettoniche in campo militare gli siano ispirate dalla visione di taluni disegni leonardeschi. Dürer è il propugnatore delle gigantesche opere semicircolari che si protendono al di fuori del profilo del corpo di piazza principale, chiamandoli basteien, bastioni.

 

2019: libro sul castello di Milano e i suoi sotterranei

Nel 2019 si è presentato a Venezia, al Festival dell’Acqua, anche il libro: Castrum Portae Jovis Mediolani.

https://www.barpublishing.com/castrum-portae-jovis-mediolani.html

 

Una parentesi: l’Opera a Tenaglia.

Tornando al Castello e alla città si premette che non vi sarà la realizzazione delle mura averliniane, ma nel Cinquecento sarà oggetto d’interventi destinati al rafforzamento esterno delle mura medievali.

Difatti, tra il 1525 e il 1527, è commissionata a Cesare Cesariano l’Opera a Tenaglia. Era un doppio muro bastionato, con entrambi i lati protetti da fossati, che frontalmente all’angolo della Ghirlanda rinforzato dalla Torre del Piombo procedeva per alcune centinaia di metri in direzione nord, all’incirca fino all’odierna Piazza Lega Lombarda, terminando con un’Opera a Tenaglia caratterizzata da due orecchioni che si fronteggiavano.

Anche questa opera è un “unicum” nel suo genere.

In seguito Milano viene circondata da una cintura bastionata per volere del governatore spagnolo Ferrante Gonzaga, su progetto dell’ingegnere militare Giovanni Maria Olgiati, e i lavori hanno inizio nel 1549 concludendosi alcuni anni dopo.

Nella seconda metà del XVI sec. attorno al Castello si costruisce la Fortezza Reale dotata di sei baluardi. Il termine “reale” indicava che la fortificazione era armata con pezzi d’artiglieria di medio e grosso calibro (da 8 a 60 libbre) denominati “pezzi reali”. La parte terminale della Tenaglia (ovvero la “coda” che fronteggia la Torre del Piombo) è troncata per lasciare spazio alla costruzione del Baluardo Acugna. Nella prima metà del XVII secolo si aggiungono sei “mezzelune” (rivellini) tra un baluardo e l’altro, facendo assumere alla Fortezza Reale, o Cittadella, la forma stellare a dodici punte. Indicativamente tra la fine del XVII secolo e gli inizi del successivo si aggiunge (o pare che si aggiunga) una grande controguardia laddove esisteva la Tenaglia. In ultimo, antecedentemente al 1722, forse l’Opera a Corona è costruita davanti alla controguardia. Per quanto concerne tale difesa occorre ricordare che le topografie dell’epoca e i disegni sono discordanti, tant’è che non si ha la certezza che questa sia stata realizzata.

In ogni caso, dal XVI al XVIII secolo la piazzaforte che cinge il Castello di Milano è una cittadella enorme e sempre mantenuta al passo con le nuove tecniche ossidionali.

Da subito viene denominata “Fortezza Reale” in quanto poteva alloggiare le “artiglierie reali”, ovvero i pezzi di medio e di grosso calibro.

Oggi, Castello, Parco Sempione e Piazza Castello vanno tutelati all’UNESCO, da momento che mezzo secolo di improvvidi e dannosi interventi voluti dalle “autorità incompetenti” hanno messo in grave pericolo le architetture medievali e rinascimentali. 

 

In rosso si sono evidenziate le bastionature recuperabili della Fortezza Reale rinascimentale (da Luchino del Mayno 1894).

 

Attenzione: in questo SITO WEB potete trovare una “mini-serie” di n° 15 articoli relativi alle opere bastionate e alla Fortezza reale del Castello. Inoltre numerosi altri articoli, anche di attualità, parlano del Castello di Milano e della sua Fortezza Reale o Cittadella. 

15. Cittadella o Fortezza Reale

Castello di Milano: esplorazioni speleologiche dell'Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano

Operazioni speleologiche dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano al Castello Visconteo Sforzesco.