Milano: arredo urbano in Piazza Castello?

Aprile 19, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

A Milano il Comune, con l’avvallo della Soprintendenza, sta conducendo il lavoro di arredo urbano (denominato “restyling” perché la lingua italiana sta passando di moda) a colpi di ruspa sopra le architetture del passato.

Ecco il testo delle lettera trasmessa ieri, 18 aprile 2022, con allegati, alle Autorità.

Egregi,

come privato cittadino desidero conoscere i motivi che Vi hanno condotto a non bloccare sul nascere il progetto di “restyling”, ovvero di “arredo urbano”, di Piazza Castello il quale, per il primo solo lotto presenta un «AMMONTARE COMPLESSIVO PRESUNTO DEI LAVORI € 5.501.145,00» (vedere Allegato n° 1). Per inciso, i lavori sono cominciati nel giugno del 2021 con la sistemazione di aiuole e il posizionamento di cordoli.

Perché bloccare?

Perché doveva esservi ben noto che i lavori sarebbero stati condotti attorno all’attuale “Quota 124,4 m s.l.m.” (punto più alto di Piazza d’Armi, interno al Castello), ovvero nel settore tra il “ferro di cavallo” stradale e le bordure vegetali e la controscarpa del Castello.

Doveva esservi altrettanto noto che il medievale Castello Visconteo-Sforzesco è sorto su di una struttura ben precedente e su cui non è stata condotta alcuna indagine archeologica al fine di stabilirne il momento di costruzione, andando così a indagare utilmente le origini della città. Inoltre, essendo la citata “Quota 124,4 m s.l.m.” l’unica “collinetta” dell’area urbana antica, rimane evidente anche ai profani che dev’essere stata scelta come luogo d’insediamento stabile fin dalla preistoria.

Ma veniamo a tempi più recenti.

Doveva esservi ben noto che il Castello Visconteo-Sforzesco possedeva, già in età medievale, le opere accessorie che si sommano all’esterno dell’unico fossato oggi visibile per almeno 25-30 metri (vedere Allegato n° 2).

Ad oggi l’unica attendibile documentazione grafica conosciuta relativa al Castello di Milano in epoca medievale è di Leonardo da Vinci. Su questo imprescindibile dato di fatto tanto il Comune di Milano quanto la Soprintendenza e la Direzione del Castello avrebbero dovuto fare leva per una consona valorizzazione del patrimonio di tale monumento.

Altrettanto noto è lo sviluppo architettonico e militare che ha condotto alla costruzione di ulteriori opere nella prima metà del XVI sec., come, ad esempio, la famosa Opera a Tenaglia progettata dall’ingegnere ducale Cesare Cesariano. Per inciso, l’anno scorso si sarebbero dovuti ricordare i 500 anni della prima pubblicazione in italiano, proprio ad opera di Cesare Cesariano e con aggiunta di xilografie, del testo latino di Marco Vitruvio Pollione “De Architectura”.

Ma proseguiamo.

Nella seconda metà del XVI sec. si costruisce attorno al Castello, e andando a “inglobare” parte delle opere accessorie, la Fortezza Reale a pianta stellare, composta da bastioni e sei baluardi, il tutto protetto da profondo e ampio fossato. Per concludere, tale fortezza o “cittadella” viene ulteriormente ampliata nella prima metà del XVII sec. con l’aggiunta di sei rivellini tra un baluardo e l’altro. Pertanto diviene un impianto stellare a dodici punte, il tutto circondato da ampi fossati dotati di controscarpa, al di là della quale vi sono la strada coperta, le sortite, le piccole piazze d’armi e gli spalti.

Con i primi anni del XIX sec. tutto l’impianto bastionato è “cimato” all’altezza della quota di campagna, non demolito. I fossati sono colmati con macerie e altro materiale di riporto.

Questo è chiaramente visibile oggi, nell’attuale area di cantiere.

La Ghirlanda e così i torrioni sforzeschi sono interessati dallo scavo di mine di demolizione, che infine non sono fatte brillare.

Successivamente si costruiscono gli edifici che coronano Piazza Castello. E questo è ben testimoniato, ad esempio, già nel 1894 da Luchino del Mayno. Nell’Allegato N° 2 troverete le tavole di riferimento.

Ora non prescindiamo dall’increscioso episodio occorso il novembre 2019, quando avete autorizzato l’apertura del cantiere e l’uso della ruspa sopra la cimata Ghirlanda, ma rammentiamolo (vedere Allegato N° 3, ovvero lo “speciale”, da pag. 35 a pag. 44). Nell’Anno di Leonardo è stata così sfondata una porzione della Ghirlanda, della quale l’unica documentazione d’epoca pervenutaci e comunque ad oggi nota, lo si ribadisce, è solo quella disegnata e commentata da Leonardo da Vinci. In quel frangente non siete intervenuti per bloccare i lavori e obbligare Metropolitana Milanese S.p.A. ad una revisione del progetto di separazione delle acque bianche da quelle nere. Ho dovuto pensarci io a suggerire loro una soluzione “meno invasiva”.

In questi primi vent’anni del nuovo millennio in molteplici occasioni sono stati improvvidamente portati alla luce i resti della Fortezza Reale in Piazza Castello. E ogni volta varie porzioni di bastioni, baluardi e rivellini sono stati intaccati, unitamente a porzioni della controscarpa della Ghirlanda e delle opere accessorie medievali e rinascimentali.

Pertanto, anche solo questi improvvidi interventi avrebbero dovuto mettere sull’avviso chi di dovere su che cosa si sarebbe trovato in Piazza Castello sotto pochi decimetri di terra o di asfalto. Permanendo i dubbi si poteva utilmente mettere in campo un “georadar” ed effettuare la prospezione sull’area. Con una giornata di lavoro avreste avuto risposta ai vostri eventuali quesiti.

Nel mese di aprile 2022 si è assistito allo scavo di fosse che non sono certo degli scavi archeologici: difatti si tratta delle fosse che avrebbero dovuto accogliere la terra e le nuove piante. Ovviamente la gran parte di tali fosse non è stata approfondita in quanto le benne delle ruspe di sono arrestate sulle murature antiche, rovinandole.

La situazione è la seguente: le piante sono destinate a morire perché abbandonate sul cantiere da due settimane, ma se piantate non possono prosperare perché non potrebbero radicare in così poca terra. La soluzione potrebbe essere quella di sfondare le architetture antiche per ricavare abbastanza spazio affinché le piante prosperino. Tutto ciò avrebbe senso? Non garantirebbe comunque la vita delle piante e tra “sfondamento” e radici le opere architettoniche antiche sarebbero irrimediabilmente compromesse. Tutto ciò senza contare che si andrebbe contro la tutela del patrimonio archeologico, monumentale e storico del nostro Paese.

Detto questo, a mio modesto avviso, le soluzioni sono tre.

  1. Si richiuda tutto, ripristinando la piazza com’era prima, e si piantumi altrove, prima che gli alberi che giacciono buttati a lato nel cantiere di Piazza Castello muoiano innanzitutto per mancanza d’acqua.
  2. Si avvii lo scavo archeologico per riportare alla luce le architetture del passato. Per quanto possa magari parervi “strano”, esse sono integre. Integre nella misura in cui la “cimatura” d’inizio XIX sec. ha lasciato integre le batterie in casamatta, le polveriere, le gallerie di servizio, le sortite, gli impianti di contromina.
  3. Si demoliscano le opere architettoniche in quanto costituiscono sì un patrimonio storico, architettonico, monumentale e archeologico, ma intralciano i progetti denominati “culturali” della Città metropolitana e soprattutto intralciano la deculturazione milanese, lombarda e italiana. Inoltre, potrebbero essere inopinatamente fonte di reddito richiamando turisti da tutto il mondo.

Tutto ciò premesso, ecco la mia domanda di privato cittadino: Come avete potuto autorizzare il “restyling”?

Rimanendo in attesa di una vostra cortese risposta vi invio i miei migliori saluti.

Gianluca Padovan

ALLEGATI:

1. DOC. PDF RESTYLING CASTELLO

2. Speciale-sotto-il-castello-di-Leonardo

3. la nuova piazza castello

 

LAVORI ATTORNO ALLA GHIRLANDA DEL CASTELLO: ecco il disegno di Leonardo da Vinci. Attorno e direttamente sulla cimata Ghirlanda si continua ad autorizzare l’uso delle ruspe. 

IL “VERDE” CHE CANCELLA IL ROSSO-MATTONE DELLA FORTEZZA REALE RINASCIMENTALE

 

SI VUOLE IL “VERDE”, MA SONO DUE SETTIMANE CHE LE PIANTE GIACCIONO IN CANTIERE IN ATTESA DI MORIRE DI SETE.

LO SAPEVANO BENISSIMO CHE IL LAVORO DI ARREDO URBANO AVREBBE INTERESSATO LA FORTEZZA REALE CIMATA MA PERFETTAMENTE ESISTENTE SOTTO POCHE SPANNE DI TERRA E D’ASFALTO…

 

ECCONE LA PROVA.

 

COMPLIMENTI! UNA INDAGINE ARCHEOLOGICA DA MANUALE!