Rifugio antiaereo di via Spaventa a Milano

Febbraio 1, 2021 Off Di Archeologia del sottosuolo

L’edificio di proprietà di Metropolitana Milanese S.p.A. situato in via Spaventa è stato costruito negli anni Trenta. Accanto a questa struttura, al di sotto del piazzale interno, è stato successivamente realizzato un rifugio antiaereo in cemento armato avente criteri antibomba e “antigas”. Questo in ottemperanza alle leggi vigenti in materia di protezione antiaerea (Circolare n. 104800 del 30 aprile 1936, Regio Decreto – Legge 24 settembre 1936, n. 2121; Legge 22 dicembre 1938, n. 2224).

Accesso. Dal piano terreno dell’edificio una scalinata con gradini in pietra conduce ad un lungo corridoio, il quale si sviluppa parallelamente alla facciata interna dell’edificio stesso.

Dal corridoio principale si stacca una galleria composta da quattro segmenti normali tra loro, i quali formano una sorta di “greca”. L’andamento “a spezzata” serviva a contenere l’eventuale spostamento d’aria causato dall’esplosione di una bomba in prossimità dell’accesso, non protetto da porta antiscoppio. Difatti ancora oggi vi è una semplice e leggera porta metallica che ne chiude l’ingresso.

I primi metri della galleria presentano la volta a piattabanda, mentre i restanti hanno la volta a tutto sesto e le pereti leggermente inclinate verso il centro. Il percorso è oggi attraversato da due tubature recenti e l’ultimo tratto ha il pavimento sollevato di qualche decina di centimetri e parzialmente coperto da una lastra metallica.

Rifugio antiaereo. Il rifugio antiaereo ha una superficie interna di 67 m2, muri divisori interni compresi e il piano di calpestìo si trova a 3,5 m al di sotto dell’esterna quota del piazzale. Si compone di un antiricovero, dotato di gabinetto, tre stanze e una piccola camera con uscita di sicurezza a pozzo. La copertura, in calcestruzzo di cemento armato, ha un’altezza media di 2,6 m. Il pavimento è in cemento lisciato e bocciardato.

La ventilazione interna era garantita da alcuni oblò che potevano essere chiusi dall’interno. Questi comunicavano con la camera d’aria che correva attorno alla superficie perimetrale del rifugio e dovevano prendere aria da appositi camini comunicanti con l’esterno, non ancora individuati.

All’interno del rifugio vi sono ancora in sede quattro porte metalliche antiscoppio e si tratta di porte d’un modello abbastanza raro da trovare. Fuori sede vi è una curiosa, quanto singolare, porta “antigas” in legno, il cui quadro di sostegno è parzialmente marcito, mentre la porta è in discrete condizioni di conservazione e rappresenta un elemento di valore dovuto, appunto, alla sua singolarità.

Si conservano i resti dell’originario impianto d’illuminazione e di un successivo e abbastanza recente impianto a plafoniere. Ogni altro arredo interno, come ad esempio le panche denominate “sedute”, è stato rimosso.

Oltre al servizio fotografico si è eseguito il rilievo planimetrico.