Nella città del “piano di sotto”

Luglio 27, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

Il mondo sotterraneo

Come ogni altro manufatto le opere sotterranee sono il frutto di una intenzione supportata dall’applicazione della volontà alle proprie risorse, sia materiali che intellettive. Posti innanzi a svariati esempi possiamo dire che tutti dimostrino una volontà, sia espressa liberamente, sia tramite coercizione. Non sempre siamo in grado di stabilire l’intenzione, ovvero che cosa si è voluto realizzare con lo scavo.

Condurre le operazioni nelle opere ipogee significa quindi esplorare e acquisire una messe di dati quanto più completa possibile, compatibilmente ai fattori contingenti. I seguenti punti ci permettono innanzitutto di avere dei solidi dati di base su cui impostare il lavoro di conoscenza diretta della cavità:

– prospezione sistematica per l’individuazione degli accessi,

– inquadramento geologico,

– inquadramento geografico e topografico,

– contesto storico, architettonico, archeologico.

 

Esplorazione sotterranea dell'alveo coperto del Torrente - o fiume - Lura a Saronno

I principali lavori da svolgere in un’opera ipogea sono:

– esplorazione,

– rilievo in pianta e in sezione,

– documentazione fotografica,

– documentazione video,

– raccolta di ogni dato inerente l’ipogeo.

Quanto acquisito richiede la conoscenza dell’ambito in cui si opera: osservazioni, comparazioni, ricerche d’archivio e a carattere toponomastico diverranno elementi necessari alla completezza del lavoro, finalizzato alla comprensione del manufatto e alla ricostruzione del suo percorso storico e architettonico. Seppure non sempre possibile o fattibile, l’indagine stratigrafica rimane uno strumento valido. Ogni cavità può inoltre costituire una nicchia ecologica, la cui indagine dal punto di vista biospeleologico fornisce solitamente dati d’indubbio interesse sulla fauna che vi transita o vi dimora. Occorrerà altresì essere a conoscenza, almeno nelle linee generali, dei vincoli a cui sono soggette le opere ipogee, interessandosi della relativa legislazione.

Dal momento che la raccolta di dati, la restituzione grafica e la documentazione possono avvenire in ambienti “difficoltosi” è auspicabile la conoscenza della metodologia speleologica e la consapevolezza degli eventuali rischi che l’attività comporta. Rimane chiaro come la predisposizione e l’allenamento alla permanenza in un ambiente non usuale permetta di operare con tranquillità e sicurezza, a tutto vantaggio del lavoro da svolgere. In vari casi la difficoltà di progressione, la pericolosità di alcune situazioni e la consapevolezza di dovere operare sempre in sicurezza, determinano la necessità di applicare una metodologia rigorosa e una strategia d’indagine tali da poter ottenere il massimo risultato con il minimo rischio. Si consideri infine che l’attrezzatura speleologica possa talvolta essere utile anche in opere non propriamente sotterranee. Come per ogni lavoro, alle parole devono seguire i fatti.

Riassumendo i concetti precedentemente espressi, è possibile elencare alcuni punti fissi per lo svolgimento dell’indagine presso un manufatto ipogeo:

– Esame della cartografia storica ed attuale, delle foto aeree e/o satellitari, delle carte geologiche.

– Ricerca sistematica e individuazione degli ipogei.

– Capacità di accesso e di permanenza nel sottosuolo.

– Inquadramento geologico, geografico e topografico.

– Realizzazione del rilievo planimetrico.

– Documentazione del contesto.

– Analisi delle evidenze materiali.

– Documentazione fotografica e cinetelevisiva.

– Ricerche a carattere storico, architettonico, archeologico, toponomastico, biospeleologico, giurisprudenziale, etc.

– Restituzione, elaborazione e sintesi dei dati raccolti.

 

Follonica - Grosseto - Corso coperto del Fiume Pecora