Caverne

Febbraio 22, 2021 Off Di Archeologia del sottosuolo

Parlando delle comunità umane paleolitiche, sia insediate in abitazioni cavernicole, sia in abitati all’aperto, Mario Coppa ci parla dell’adattamento alle condizioni ambientali e dello sviluppo di strumenti, usi e costumi, definendo tale essere umano «primitivo cosciente delle sue contraddizioni».

Nella valutazione e rivalutazione della condizione cavernicola, sempre Coppa scrive le sue considerazioni scientifiche in modo non privo di evocativa suggestione:

«È selvaggiamente sociale; i suoi ricoveri sono umidi, sporchi e maleodoranti, ma testimoniano gli sforzi e le conquiste raggiunte all’interno di un gruppo consanguineo più o meno unito, insediato in un ridotto ambiente: l’annotazione incisa o graffita o dipinta sulle pareti ha già un valore storico di una tradizione che si trasmette alle nuove generazioni» (Coppa Mario, Storia dell’urbanistica. Dalle origini all’ellenismo, Tomo primo, Einaudi Editore, Torino 1968, p. 11).

Felici riflessioni.

Gianluca Padovan (Ass.ne S.C.A.M. – F.N.C.A.)