CARO ALBERTO BUZIO…

Dicembre 30, 2021 Off Di Archeologia del sottosuolo

CARO ALBERTO BUZIO…

siamo giunti a fine d’anno e hai silenziosamente chiuso la partita, lasciandoti alle spalle un gran baccano. Come nel tuo inconfondibile stile.

Seppure rifugga la composizione dei necrologi, sai altrettanto bene che non avrei mancato in alcun modo di ricordarti.

E ti ricordo come colui che nella Storia della Speleologia Lombarda della seconda metà del XX secolo ha fatto la differenza. Di certo non devo spiegare a te questa mia affermazione, ma lo faccio a beneficio di chi non ti conosce.

Intanto, un non breve preambolo: abbiamo quasi sempre avuto idee, opinioni e posizioni speleologiche e sociali differenti. Anzi, decisamente divergenti. Ci siamo fatti una cordiale “guerra”, tanto all’interno del Gruppo Grotte Milano SEM-CAI, quanto all’esterno di esso. Ciò nonostante ci siamo anche frequentati da buoni amici e abbiamo condotto assieme interessanti operazioni speleo. Hai sempre visto la Speleologia come un’attività tanto scientifica quanto sportiva da scrivere sempre e in ogni caso con le “Esse Maiuscola”. Nello specifico hai cercato, per quanto fosse nelle tue possibilità, di sostenere e di criticare solo in modo positivo e costruttivo le così dette “istituzioni speleologiche”.

Ed ora, veniamo alla mia affermazione. In un gruppo speleologico dalle enormi potenzialità, quasi tutte disattese per via delle intestine “lotte di potere” condotte principalmente da “tre personaggini”, sei riuscito a fare capire con il tuo esempio uno dei dogmi fondamentali.

Hai scritto e hai incitato altri a scrivere di Speleologia.

A beneficio di chiunque, hai lasciato nero su bianco l’essenza e i risultati dell’attività svolta: per puro spirito speleologico e non per acquisire “punti-pubblicazione” in università.

Hai compilato libri sulle grotte della Lombardia (e il merito è sostanzialmente tuo anche se lo hai diviso generosamente con altri). In pratica hai fermato nel tempo le conoscenze, mettendole così a disposizione di chiunque desiderasse approcciarsi all’attività speleologica con un minimo di cognizione di causa.

Soprattutto e innanzitutto hai silenziosamente dato fastidio: a differenza di tanti e troppi “soloni-speleopoltronati” hai fatto attività sul campo. In buona sostanza hai sporcato la tuta di fango, impiegando attitudini, professionalità, intelligenza, rischio e soldi tuoi. E, come già detto, hai scritto! Tu, senza pretese di carriera in qualsivoglia ambito sociale, hai scritto e promosso attività speleologiche le quali hanno dato indiscutibili svolte.

Hai sempre espresso più che chiaramente il tuo pensiero, non hai mai barattato cariche sociali con la tua dignità e non hai mai sottratto materiale altrui per comporre “prestigiosi” articoli in lingua straniera…

Quando l’Ente Speleologico Lombardo, sfiatato e destituito d’ogni credibilità, ha chiuso i battenti, tu mi hai telefonato il giorno dopo dicendomi: «L’Ente è morto, organizziamo un raduno regionale e facciamo il Congresso perché la Speleologia Lombarda è viva!».

Ho accettato e con te “promotore” si è organizzato, assieme a Evon Malixi e Massimo Pozzo, il XV Congresso di Speleologia Lombarda (Sant’Omobono Imagna Terme, 2-3 ottobre 1999). Con le nostre sole forze abbiamo anche fatto uscire gli Atti suddivisi in tre volumi.

Ma uno dei risultati più grandi è stato ricucire lo “strappo” causato dai “personaggini”. Difatti all’incontro regionale hanno partecipato anche gli Speleologi della Federazione Speleologica Varesina e così la Speleologia Lombarda è stata riunita dopo circa vent’anni di lotte intestine.

Concludo con un telegrafico accenno al XXI secolo: per il catalogo della mostra “Capitani coraggiosi – L’avventura umana della scoperta” (MUDEC, Milano 28 settembre 2018 – 10 febbraio 2019) hai ben composto il pezzo: “Il Gruppo Grotte Milano. Oltre un secolo esplorando sotto terra”. Grande!

Ecco, questa è la mia riflessione su cosa principalmente e di più evidente hai fatto nell’ambito del mondo speleologico in cui ti sei mosso.

Caro Alberto, ti ringrazio per quanto mi hai e ci hai trasmesso.

Gianluca