ARCHEOLOGIA MINERARIA: note metodologiche. Prima parte

Dicembre 21, 2020 Off Di Archeologia del sottosuolo

Premessa

Tempo fa abbiamo trovato in “RETE” un PDF sull’Archeologia Mineraria a firma di “Gianluca Pavan”: in realtà il lavoro è di Gianluca Padovan, nostro Socio.

Tale lavoro è stato pubblicato diversi anni fa e sicuramente anche sul ‘defunto’ sito “Napoliunderground.org”, improvvidamente chiuso senza che vi fosse la possibilità di recuperare la gran quantità di materiale che vi era stato pubblicato dall’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano e dalla Federazione Nazionale Cavità Artificiali (almeno un terzo dell’intero contenuto del sito “Nug” e comprendente anche numerosi filmati).

Ripresentiamo il lavoro suddiviso in parti, corredato da foto di Gianluca Padovan.

 

  1. Lavorare nel buio

La miniera racchiude in sé il sudore e l’ingegno dell’uomo, ma anche la sua necessità di materie prime e l’avidità, pagate a caro prezzo da colui che vi lavorava e vi lavora: il minatore.

A sottolineare la pericolosità del mestiere, aumentata con l’uso dell’esplosivo, Simonin intitola così il capitolo VIII della sua opera inerente le miniere di carbone nel XIX sec.: “Il campo di battaglia”. E ci dice: «Les quatre éléments des anciens, le feu, l’air, la terre, l’eau, sont conjurés contre lui. Le feu le menace dans les coups de mine, les incendies du charbon, les explosions du grisou; l’air, en se raréfiant ou mêlant à des substances méphitiques, détonantes; la terre, dans les éboulements; l’eau, dand les inondations. Le houilleur oppose à tous ces ennemis, souvent invisibles, ce calme stoÏque, ce courage à toute épreuve, cette science pratique qui font les vaillants et habiles mineurs» [Simonin 1867, pp. 156-157].

Era il campo di battaglia dove la povera gente combatteva contro la miseria.