20. Romantiche passeggiate sui bastioni di Milano
Romantiche passeggiate sui bastioni di Milano
Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.
Romantiche passeggiate sui bastioni di Milano
Torniamo dunque alla nostra città d’acque, ovvero Milano. Con l’esistenza della Cittadella meneghina i bastioni della cinta urbana avevano solo una parvenza d’importanza, ma alla metà del xviii secolo cominciano ad essere “vissuti” in un’ottica differente e non certo a scopo bellico. Difatti «già sin dal 1750 il governatore di Milano, conte Gian Luca Pallavicino, col consenso della solerte imperatrice Maria Teresa, aveva provveduto perché la strada che correva lungo quel tratto dei Bastioni fosse spianata e acconciata onde consentire un libero corso alle carrozze ed offrire un ameno passeggio ai Milanesi, i quali potevano così riposarsi all’ombra di annosi ippocastani, sulle panche apprestate nelle piazzuole appositamente aperte lungo il Bastione. Questa sistemazione della cinta bastionata, con i suoi spalti coltivati a giardino e la sua bella strada, fu poi continuata sino a Porta Tenaglia; nel 1816, per dare lavoro ai disoccupati, fu eseguito il tratto dei Bastioni fra Porta Orientale e Porta Tosa. Negli anni successivi si progredì nel compimento di quei passaggi fra Porta Tosa e Porta Romana e, infine, tale sistemazione proseguì oltre Porta Ticinese e Porta Vercellina sino alla piazza del Castello».
Ai primi dell’Ottocento il furore demolitivo napoleonico contagia anche i bastioni e nel 1811, al posto del bastione che protegge Porta Nuova, c’è la simbolica porta con i caselli daziari progettata dall’abate architetto Giuseppe Zanoia. Se ne va così anche la «ostaria del monte oliveto», che nel Settecento stava a lato della gola del bastione. La “Pianta della Città di Milano” del 1827 e pubblicata da Giuseppe Pezze mostra con una certa precisione quali fossero gli spazi interni alla cinta coltivati a orto e quali destinati a giardini. In particolare, la sommità del Bastione di Porta Orientale (Porta Venezia) è ingentilita da una macchia arborea contornata da una bordura vegetale a forma semicircolare. Nella parte retrostante al Bastione la “camminada” è un vale alberato su entrambi i lati ed esiste un ampio rettangolo verde, il giardino formale, ovvero all’italiana, che sarà trasformato in giardino paesaggistico, o all’inglese, poi divenuto Giardini Pubblici e oggi Giardini Indro Montanelli. All’esterno il fossato è in parte occupato dallo “Scaricatore detto Redefosso” all’esterno del quale corre accanto la “Strada di Circonvallazione”, anch’essa alberata su entrambi i lati. Pochi anni più tardi anche tale Bastione è cancellato. Alla fine dell’Ottocento la bastionatura diventa oggetto di rinnovati propositi d’abbattimento, anche a fronte di sfrenati desideri di speculazione edilizia e nel 1884 Cesare Beruto presenta il Progetto per il Piano Regolatore Generale di Milano. Le mura, presto o tardi, dovranno sparire.