18. Il Maschio Angioino di Napoli

Giugno 7, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

Il Maschio Angioino di Napoli

Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.

Il Maschio Angioino di Napoli

In riva al mare un tempo sorgeva Santa Maria ad Palatium e sul suo sedime, tra il 1279 e il 1282, è portata a compimento la costruzione di Castel Nuovo per volere di Carlo i d’Angiò, il quale affida la direzione dei lavori agli architetti Pierre de Chaule e Pierre d’Angicourt. È stato inizialmente chiamato Castrum Novum, ma oggi è noto come Maschio Angioino, per differenziarlo dai già esistenti Castel dell’Ovo (oggi di fronte a via Partenope) e Castel Capuano (in via dei Tribunali). Anche per adeguarlo alle moderne tecniche ossidionali in cui erano impiegate le artiglierie a polvere, Castrum Novum è ricostruito tra il 1443 e il 1458 dall’architetto Guillem Sagrera. Il giro di terrazze sul poderoso imbasamento a rondelle su cui s’innalzano le cinque torri a pianta circolare richiamano, nel complesso, le migliori architetture militari della Spagna e della Francia del Sud.

Nel 1494 il famoso architetto militare Francesco di Giorgio Martini traccia la cinta bastionata che dovrà proteggere esternamente Castrum Novum, ovvero il Maschio Angioino. Don Pedro de Toledo ne modernizza il tracciato e l’architetto Antonio Marchesi (Settignano 1451 – Settignano o Firenze 1520), allievo di Francesco di Giorgio, ne avvia la costruzione. Com’era il suo aspetto? «Il circuito trapezoidale, detto la Cittadella, era guardato da ampi e bassi torrioni ai vertici, fatta eccezione per il bastione poligonale di S. Spirito; furono costruiti tutti, dopo le prime fasi provvisorie, tra il 1510 e il 1516. Nel 1536 saltò in aria uno dei nuovi baluardi spagnoli; quando nel 1870 una legge del nuovo Stato unitario ne decretò la demolizione su istanza dei Napoletani, gli ammodernamenti avevano lasciate intatte solo le primitive dimensioni della cittadella del Martini». Queste opere bastionate rinascimentali sono state purtroppo abbattute successivamente e fin’quasi ai giorni nostri le si è considerate, a torto, definitivamente perdute.

Invece, nel corso degli scavi archeologici condotti in questi ultimi anni a seguito della costruzione della stazione metropolitana Municipio, sono venute alla luce le tracce delle opere esterne e anche il Torrione dell’Incoronata, facente parte della “Cittadella”. Oggi si può ammirare la conservata parte inferiore proprio accedendo alla Stazione Municipio. Così recita un articolo sul web: «il progetto della sotterranea di piazza Municipio è stato modificato 25 volte per fare spazio ai reperti che man mano riemergevano nello scavo archeologico urbano più vasto d’Europa degli ultimi 50 anni. Presenti testimonianze angioine, aragonesi e medievali».

 

Architettura Militare bastioni De Marchi Marini

 

guida alla Milano sotterranea Archeologia Sottosuolo