BUNKER AL PASSO… DEI SALASSI (prima parte)

Gennaio 23, 2021 Off Di Archeologia del sottosuolo

Là in cima, in quell’angolo d’Italia, c’è un passo che spoggetta in Francia ed è chiamato Passo del Piccolo San Bernardo.

In realtà il Passo dovrebbe chiamarsi in altro modo, magari Passo di Ercole, di Giove Tonante o più opportunamente Passo dei Salassi, ma non è questo il punto.

Tra tanta storia e archeologia, visti il Cromlech, il Tempio celta, i resti della Mansio, la Colonna e via dicendo, vi sono le tracce di apprestamenti difensivi sette-ottocenteschi e pure della prima metà del Novecento.

Partiamo dai più evidenti: gli sbarramenti anticarro e anti fanteria italiani costruiti negli Anni Trenta del XX secolo.

In pratica si tratta di prismi in calcestruzzo, disposti su tre file ravvicinate, collocati a sbarramento del Passo ai lati est e ovest della strada, che un tempo il Savoia fece inopinatamente passare attraverso il Cromlech preistorico. Da notare che i prismi non sono tutti uguali: quelli della prima e la terza fila sono a pianta quadrata e rettangolari, mentre quella centrale è composta da prismi sempre a base quadrata, ma di forma trapezoidale.

Sul fianco ovest lo sbarramento è rafforzato da muri di cemento con fossati antistanti, nonché i resti degli sbarramenti in filo di ferro spinato.

Il fianco est (che vedremo in un prossimo articolo) era protetto da una linea continua di prismi e tratti di muro in cemento con fossato antistante e sbarramento spinato alle spalle.

Il tutto era inoltre guardato dai “centri di fuoco”, ovvero da bunker o meglio da sistemi di casematte.

Gianluca Padovan (Ass.ne S.C.A.M. – F.N.C.A.)