16. Milano: la Fortezza Reale non cancellata ma solo cimata

Giugno 7, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

Milano: la Fortezza Reale non cancellata ma solo cimata

Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.

Milano: la Fortezza Reale non cancellata ma solo cimata

Siamo esattamente al giorno 17 giugno del 1800 quando le truppe austriache lasciano la Fortezza Reale assediata dalle truppe di Napoleone Bonaparte. Il Castello ha sostenuto il suo ultimo assedio e l’ex Ducato di Lombardia è ora saldamente in mano ai francesi. Per mantenerlo non vi è che una prima mossa da compiere: demolire le sue fortificazioni maggiori. Scrive Luca Beltrami: «L’ordine dato da Bonaparte per la demolizione del Castello ebbe un pronto effetto, perché nel luglio le mine già lavoravano dalla parte verso la campagna. Non tardarono a sorgere vari progetti per la sistemazione della vasta area che, colla demolizione iniziata, risultava disponibile: l’architetto Luigi Canonica, nel luglio del 1800, proponeva di ricongiungere le due tratte del naviglio che erano state separate dal Castello, di costruire magazzeni militari, fonderie, fabbriche d’armi». Nulla di tutto ciò si fece. Le bastionature furono sì demolite, ma non completamente perché non si andarono a togliere mattoni e pietre fino al fondo del fossato. In pratica vennero semplicemente cimate a filo della quota di campagna. Si recuperarono i mattoni e gli elementi lapidei che potevano servire a nuove costruzioni e tutto il resto lo si riversò nei fossati fino a colmarli. E la congiunzione della fossa dei Navigli rimase lettera morta. Sopra, dalla parte dell’attuale Parco Sempione, si gettò terra e si creò un bel manto verde da piantumare.

Sulla restante parte delle opere “spagnole” si costruì negli anni successivi il Foro Bonaparte, come precisamente documentato nella già vista tavola del Beltrami e riportata da Luchino del Mayno nel 1894 («pianta generale del castello di milano»).

Sparì così, in una manciata di mesi, un patrimonio storico e architettonico il quale oggi avrebbe potuto donare a Milano, sempre più percorsa dai turisti sull’onda dell’Expo, un bel “valore aggiunto”.

Anche il nucleo centrale, ovvero il Castello visconteo-sforzesco con la Ghirlanda, erano destinati a sparire, ma i fornelli da mina già approntati dai francesi non furono caricati con l’esplosivo e all’ultimo istante l’edificio medievale venne risparmiato. Con la Restaurazione le truppe austriache prendono possesso del Castello e si rinforzano soprattutto esternamente gli accessi e le difese.

 

Architettura Militare bastioni De Marchi Marini

 

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