Accampamento romano ai confini del Mondo… ITALICO?

Luglio 24, 2025 Off Di Archeologia del sottosuolo

Accampamento romano ai confini del Mondo… ITALICO?

Un nodo viario strategico

Percorrendo i confini del Mondo mi sono imbattuto in una costruzione moderna che si sostiene su di un enorme terrapieno. Ovviamente il terrapieno è antico.

La Thuile

Difatti una foto panoramica dei primi del Novecento mostra un corso d’acqua, che è la Dora di Verney, sovrastata da un più che preciso terrapieno a forma di piramide troncoconica a base rettangolare. Su di esso insistono poderosi ruderi, verosimilmente riferibili ad una fortificazione altrettanto antica.

Il luogo è oggi chiamato Entrèves ed è una frazione di La Thuile. Si trova in uno spazio triangolare alla confluenza della Dora di Verney con il Torrente Ruitor e posso affermare, senza tema d’essere smentito, che si tratta del miglior posto dove erigere una fortezza a controllo della Conca di La Thuile. Protetto ai lati dai turbolenti corsi d’acqua, con le spalle coperte dalle pendici montane boscose, controlla le tre direttrici d’accesso e di partenza:

La Thuile - Ariolica

sud-est: la viabilità sale al Colle di San Carlo per giungere giunge nella Valle d’Aosta, nel territorio di Morgex;

sud-ovest: da qui si snoda l’antico percorso che giunge al Passo del Piccolo San Bernardo e scende in territorio di Francia;

nord: seguendo il corso della Dora di La Thuile e la strada d’epoca romana si giunge in Valle d’Aosta, nel territorio di Pré Saint Didier con le sue acque termali calde.

Ariolica - La Thuile Valle d'Aosta

Ariolica – La Thuile in Valle d’Aosta

Ariolica – La Thuile

Nella copia dell’antico “stradario romano” denominata Tabula Peutingheriana La Thuile figura sotto il nome di Ariolica.

Qualcuno ne parla, ma di fatto le parole restano nel vento. A parte la testata di un ponte dato per romano, una fortificazione medievale trasformata in condominio, una torre antica sventrata perché considerata una “calchéra” e un muraglione antico scoperto per caso e non a caso reinterrato, abbiamo poco di veramente antico da vedere.

Tra le strutture architettoniche eclatanti, ma relativamente recenti, posso però menzionare il “Trincerone del Principe Tommaso”, opera di sbarramento sei-settecentesca, e una pleiade di architetture militari del medesimo periodo.

Ma dov’è finita Ariolica?

La risposta -seppure scontata- è presto data: sotto gli occhi di tutti.

Il terrapieno di La Thuile, in frazione Entrèves, è indubbiamente romano ed è perfettamente visibile in ogni suo lato. La fortificazione che esisteva ancora ai primi del XX secolo è invece sparita e al suo posto vi è la Caserma alpina Monte Bianco.

La Thuile Caserma Monte Bianco

Ariolica – accampamento militare romano a La Thuile in Valle d’Aosta

Il castra di La Thuile

Innanzitutto il castra è l’accampamento militare romano. In Italia sono studiati da ben poca gente e in linea di massima sono ignorati in quanto, conseguentemente, non si riconoscono per tali oppure è meglio costruirvi sopra un bel palazzo o, in alternativa, una macchia di villette a schiera.

I paragoni potranno essere antipatici, ma sono assolutamente utili e pertanto eccone uno per tutti. Un bell’esempio di terrapieno romano lo possiamo vedere a Villafranca (Verona). Il castello del XII secolo è stato eretto sul sedime del castra, sopra il terrapieno artificiale.

Villafranca castello su terrapieno di castra d'epoca imperiale romana

Villafranca (Verona): castello su terrapieno di castra d’epoca imperiale romana

Indagini GPR

Le indagini GPR condotte sul terrapieno di Ariolica potrebbero fornire interessanti informazioni, a partire dalla composizione della sua struttura interna.

Questo, ovviamente, a patto d’impiegare un’apparecchiatura adeguata, utilizzata da personale serio e competente, in grado di elaborare correttamente le informazioni che la “macchina” presenterebbe.

In ogni caso non escluderei, se fosse possibile, anche una indagine nelle cantine dell’odierna caserma: difatti, non lo dimentichiamo, l’edificio moderno è stato eretto sul sedime di uno ben più antico.

Quali i vantaggi? Conoscere è capire e capire è la giusta strada per un investimento culturale sul territorio che ad oggi, di cultura, mi pare proprio che ne “produca” pochina.

 

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